L’impianto dentale è una soluzione sicura ed efficace per sostituire i denti mancanti. Consiste in una vite di titanio inserita nell’osso mascellare o mandibolare, che funge da radice artificiale a sostegno di una protesi (corona).
Nella maggior parte dei casi, si integra perfettamente con l’osso e dura per tanti anni.
Tuttavia, ci sono delle situazioni in cui questo processo non va a buon fine, ed è in questi casi che si parla di “rigetto”, o più correttamente di fallimento dell’impianto dentale.
In questo articolo cercheremo di capire come mai si verifica, quali sintomi ha e se ci sono dei modi per prevenirlo.
Cos’è il rigetto dell’impianto dentale?
Prima di tutto occorre specificare che il termine “rigetto”, benché di uso comune, è fuorviante: essendo fatto di titanio, un materiale altamente biocompatibile, l’impianto non viene propriamente “rigettato” dal nostro organismo, come accade per un corpo percepito estraneo e quindi contrastato dal nostro sistema immunitario.
Piuttosto, può accadere che l’impianto non si integri correttamente con l’osso, oppure che, dopo qualche tempo, perda stabilità a causa di infezioni o altri problemi. È più esatto dunque parlare di fallimento dell’impianto dentale.
Nell’articolo il termine “rigetto” verrà utilizzato in riferimento al linguaggio comune, ma sempre tra virgolette.
Quali tipologie di rigetto?
In base a quando accade, il “rigetto” di un impianto può essere:
- Precoce: avviene poco dopo l’intervento, prima che l’impianto si integri con l’osso (entro i primi 3-6 mesi).
- Tardivo: avviene mesi o addirittura anni dopo.
Quali sono le cause del rigetto di un impianto dentale?
Le cause del fallimento di un impianto dentale possono essere:
- Mancata osteointegrazione: l’osteointegrazione è il processo per cui l’impianto si integra con l’osso. Quando la superficie ossea è insufficiente, quando sono presenti determinate malattie sistemiche, quando si ricorre ad alcuni tipi di farmaci o subentrano infezioni post-operatorie può capitare che questo processo non avvenga e che l’impianto rimanga instabile.
- Perimplantite: si tratta di una infiammazione e infezione dei tessuti intorno all’impianto (simile alla parodontite nei denti naturali). Può distruggere progressivamente l’osso e causare la perdita dell’impianto. È provocata da una scarsa igiene orale, dall’accumulo di placca e batteri, dal fumo.
- Traumi meccanici.
- Bruxismo: anche il digrignamento dei denti può interferire con l’osteointegrazione nella fase immediatamente successiva all’intervento, usurare la corona o compromettere la stabilità dell’impianto.
- Errori tecnici nel posizionamento dell’impianto o nella valutazione del tipo di carico.
I sintomi
Tra i sintomi del “rigetto” dell’impianto dentale troviamo:
- Dolore persistente o fastidio
- Gengive arrossate, gonfie o sanguinanti
- Mobilità dell’impianto
- Pus o secrezione dalla gengiva
- Alitosi persistente
- Difficoltà nella masticazione
- Recessione gengivale (gengiva che si ritira e scopre la vite)
Il fallimento dell’impianto dentale si può prevenire?
Ecco alcuni consigli semplici, ma efficaci, perché il tuo impianto possa durare nel tempo.
- Prima dell’intervento: rivolgiti al tuo dentista per esami approfonditi (radiografie, TAC, valutazione ossea) e informalo di tutte le malattie e i farmaci che assumi; evita di fumare, almeno nel periodo che precede e segue l’intervento.
- Dopo l’intervento: segui scrupolosamente le indicazioni post-operatorie che ti darà il dentista; evita cibi duri finché l’impianto non si sarà stabilizzato; mantieni una accurata igiene orale; sottoponiti a regolari controlli; se soffri di bruxismo utilizza un bite; evita il fumo o il consumo eccessivo di alcol.
Cosa fare in caso di fallimento dell’impianto dentale?
In caso di fallimento dell’impianto, le soluzioni possono essere diverse:
- Se il problema è precoce, si può rimuovere l’impianto, trattare l’infezione (se presente) e riprovare dopo qualche mese.
- Se il problema è tardivo, il dentista valuterà se è possibile salvare l’impianto (es. curando una perimplantite) oppure rimuoverlo.
- In alcuni casi, si può provare a ricostruire l’osso e inserire un nuovo impianto.
Conclusione
Il “rigetto” dell’impianto dentale è un evento raro, ma possibile. Con una buona prevenzione, sedute d’igiene dentale e controlli regolari, la maggior parte degli impianti ha una durata lunga e stabile.
Se compaiono sintomi sospetti, è importante agire subito per evitare complicanze. Parlare apertamente con un Dentista di Fiducia e seguire le sue indicazioni è il modo migliore per garantire il successo dell’impianto nel tempo.
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